venerdì 31 ottobre 2008

Compleanno!


In questa data di streghe e folletti, dolcetti e scherzetti, tre anni fa apriva le sue porte, a Catania, Boudoir 36.
Erano state delle giornate frenetiche, una corsa contro il tempo per non mancare l'appuntamento che era già stato diffuso in città tramite una fitta rete di inviti e passaparola.
E negli ultimi due giorni è arrivato anche il prezioso aiuto di ProfumataMente...
Un bellissimo ricordo di una serata affollatissima della quale alla fine del post potrete vedere qualche testimonianza.
Dopo tre anni comunque è anche possibile, forse doveroso, fare qualche bilancio.
I primi tempi sono stati più difficili. Molte persone passavano scambiando Boudoir 36 alternativamente per un luogo dove si leggevano i tarocchi o per un posto dove si vendevano copie di profumi commerciali. Oggi passano ancora persone che non conoscono né il negozio, né la profumeria artistica, ma ci sono stati ( e spero ci saranno ancora) gli incontri fortunati, i passaggi memorabili, le visite piacevoli.
Ma soprattutto ci sono i "miei" amati profumi, quelli che con passione continuo a selezionare e a ricercare in un mondo che poco per volta, purtroppo, sta diventando una giungla. Ho iniziato con ben poco, praticamente solo con Diptyque e L'Artisan Parfumeur. Oggi penso di avere una buona selezione, certamente migliorabile, malgrado lo spazio che inizia a diventare uno dei fattori vincolanti (appena 20 mq...).
La motivazione fondamentale di questo post è un sonoro GRAZIE a tutti coloro che hanno apprezzato e che mi hanno dato la possibilità di poter festeggiare con gioia questo terzo compleanno!!

Ecco un riassunto della serata inaugurale... (31/10/2005)





La gente attende l'apertura...










Una misteriosa ed affascinate donna francesce apre le pesanti tende che chiudono le porte e annuncia: "Mesdames et Messieurs, Boudoir 36 ouvre ses portes". La donna esce e si accomoda su una dormeuse sulla strada...











All'improvviso una strana creatura fa la sua apparizione, un uomo-pavone che rappresenta l'effimera aura del profumo e che si accinge ad avvolgere con sensualità la donna misteriosa...











Il sortilegio è avvenuto...































E finalmente la gente può entrare...














E curiosare...







E a fine serata si possono fare le foto con gli amici: Stefania (ProfumataMente), Nicole (la donna misteriosa), Io, Michele.










E alla fine Boudoir 36 si svuota e si prepara per la sua nuova vita!



GRAZIE E...AD MAIORA!!

mercoledì 1 ottobre 2008

Profumi di “nicchia”


Quando molti anni addietro mi sono avvicinato al mondo della profumeria artistica, sono venuto a conoscenza di questa espressione: profumi di nicchia. Era una parola che mi piaceva, perché mi poneva in contrapposizione con la massa, perché faceva del mio profumo oggetto di distinzione dal resto dell’umanità. Oggi invece, grazie all’esperienza accumulata e soprattutto al percorso formativo che ho seguito, questa espressione inizia a provocarmi l’orticaria. Infatti è un modo di dire usato e abusato, soprattutto da chi non ha amore e passione. Anche perché spesso rappresenta più l’aspetto distributivo che non quello qualitativo.
La guerra dei prezzi effettuata dalle grandi catene di distribuzione sui prodotti della profumeria commerciale ha creato purtroppo, di riflesso, un fenomeno alquanto sgradevole, ovvero il proliferare dei marchi di “nicchia”, a discapito della reale natura del settore della profumeria “artistica”.
Nella mia concezione, la profumeria artistica si fonda prevalentemente su due caratteristiche fondamentali:


  • qualità elevata delle materie prime utilizzate (N.B. dire che una materia prima sia pregiata non significa automaticamente che sia naturale, esiste un concetto di qualità anche nel mondo delle materie prime sintetiche);

  • scrittura compositiva di taglio “artistico”, ovvero capace di emozionare chi si mette all’ascolto del profumo.

Ulteriori considerazioni sull’aspetto esteriore del prodotto (package) dovrebbero essere considerate solo accessorie. Ovvero, se un ottimo profumo ha anche una bella bottiglia, un tappo elegante e una scatola raffinata, che ben venga. Però non è possibile accettare il contrario, cioè che un profumo mediocre o che, peggio ancora, sia ispirato ad un profumo di successo, sia indorato da un abbagliante aspetto estetico solo per aprirgli le porte di una vendita ad un prezzo elevato, in contesti in cui la clientela è abituata a spendere cifre più alte.


Riallacciandomi al discorso precedente, mi è capitato troppe volte di sentir dire ad alcuni agenti di commercio che hanno abbandonato il commerciale e si sono rivolti alla “nicchia” perché ormai il business sta in questo settore. E se non mancano agenti che operano delle scelte in base a ciò che reputano più giusto per le loro tasche, certamente, e ancor di più, non mancano gli affaristi che pensano di inseguire il guadagno facile buttandosi nella mischia all’inseguimento della gallina dalle uova d’oro. In cosa si traduce questo? Profumi che normalmente dovrebbero appartenere ad una fascia medio-bassa, abbigliati ad hoc, sono proposti a cifre stratosferiche.


Come arginare questo problema? Come salvare la profumeria artistica dal fenomeno della “nicchia”? Io ritengo che l’unico filtro reale può essere quello posto dai profumieri, ovvero da coloro che propongono i prodotti all’utente finale. Ogni dettagliante che ha sposato il mondo della profumeria artistica dovrebbe avere gli strumenti adeguati per comprendere se un prodotto che gli viene proposto per la vendita nel proprio negozio, sia da considerare qualitativamente valido dal punto di vista olfattivo, originale nei limiti del possibile (un profumo mono-materia è pur sempre facilmente individuabile) e ben realizzato (spesso per la fretta e per risparmiare i profumi non vengono filtrati adeguatamente e creano un residuo sgradevole). Infine se un progetto è legato all’eccellenza e se si colloca in una fascia di prezzo elevata non si può prescindere da alcuni requisiti di qualità di prodotto (la bottiglia perde o prende aria, il cache-pompe salta, il vaporizzatore crea dei residui, il tappo non si colloca stabilmente nella sua sede, etc.), nonché dalla ricercatezza nei particolari (che non sono mai trascurabili). Chiaramente gli strafalcioni devono essere banditi (ho letto titoli alquanto improbabili in un francese ortograficamente errato su profumi venduti a cifre improponibili), per non parlare delle cadute di stile (nomi che ricordano quelli di altri profumi affermati).


Perché dico tutto ciò? Perché sono innamorato di questo mondo e non vorrei assolutamente vederlo morire nel nome degli interessi di chi non vi appartiene.