
Vi aspettiamo per una serata di piaceri epicurei!

Da venerdì 21 novembre a domenica 23 novembre, Boudoir 36 sarà presente alla Watches and Luxury Fair che si terrà a Catania, nella prestigiosa sede di Palazzo Biscari.
Oltre all'esposizione, che avrà luogo venerdì dalle 15 alle 19 e sabato e domenica dalle 11 alle 19, è importante segnalare anche il ballo di gala che si terrà sabato 22 novembre alle ore 21, sempre a Palazzo Biscari. Il fine di questa serata è benefico, infatti l'incasso verrà devoluto a favore dell'AIRC, associazione italiana per la ricerca sul cancro.
Per informazioni è possibile consultare il sito www.wlfair.com.
Vi aspettiamo!
GRAZIE E...AD MAIORA!!
Ulteriori considerazioni sull’aspetto esteriore del prodotto (package) dovrebbero essere considerate solo accessorie. Ovvero, se un ottimo profumo ha anche una bella bottiglia, un tappo elegante e una scatola raffinata, che ben venga. Però non è possibile accettare il contrario, cioè che un profumo mediocre o che, peggio ancora, sia ispirato ad un profumo di successo, sia indorato da un abbagliante aspetto estetico solo per aprirgli le porte di una vendita ad un prezzo elevato, in contesti in cui la clientela è abituata a spendere cifre più alte.
Riallacciandomi al discorso precedente, mi è capitato troppe volte di sentir dire ad alcuni agenti di commercio che hanno abbandonato il commerciale e si sono rivolti alla “nicchia” perché ormai il business sta in questo settore. E se non mancano agenti che operano delle scelte in base a ciò che reputano più giusto per le loro tasche, certamente, e ancor di più, non mancano gli affaristi che pensano di inseguire il guadagno facile buttandosi nella mischia all’inseguimento della gallina dalle uova d’oro. In cosa si traduce questo? Profumi che normalmente dovrebbero appartenere ad una fascia medio-bassa, abbigliati ad hoc, sono proposti a cifre stratosferiche.
Come arginare questo problema? Come salvare la profumeria artistica dal fenomeno della “nicchia”? Io ritengo che l’unico filtro reale può essere quello posto dai profumieri, ovvero da coloro che propongono i prodotti all’utente finale. Ogni dettagliante che ha sposato il mondo della profumeria artistica dovrebbe avere gli strumenti adeguati per comprendere se un prodotto che gli viene proposto per la vendita nel proprio negozio, sia da considerare qualitativamente valido dal punto di vista olfattivo, originale nei limiti del possibile (un profumo mono-materia è pur sempre facilmente individuabile) e ben realizzato (spesso per la fretta e per risparmiare i profumi non vengono filtrati adeguatamente e creano un residuo sgradevole). Infine se un progetto è legato all’eccellenza e se si colloca in una fascia di prezzo elevata non si può prescindere da alcuni requisiti di qualità di prodotto (la bottiglia perde o prende aria, il cache-pompe salta, il vaporizzatore crea dei residui, il tappo non si colloca stabilmente nella sua sede, etc.), nonché dalla ricercatezza nei particolari (che non sono mai trascurabili). Chiaramente gli strafalcioni devono essere banditi (ho letto titoli alquanto improbabili in un francese ortograficamente errato su profumi venduti a cifre improponibili), per non parlare delle cadute di stile (nomi che ricordano quelli di altri profumi affermati).
Perché dico tutto ciò? Perché sono innamorato di questo mondo e non vorrei assolutamente vederlo morire nel nome degli interessi di chi non vi appartiene.